martedì 18 maggio 2010

Visita a Goma

Mi chiamo Donatella e sono membro dell' associazione "Tumaini - Un ponte di solidarietà" di Selvazzano Dentro. Lo scorso marzo ho avuto l'opportunità di andare in Rwanda con una mia ex collega di lavoro, Lucia, che da anni lavora con una associazione " Jardin de los Ninos " e segue dei progetti in varie località . Lo scopo del mio viaggio era duplice : vedere di persona ciò che spesso Lucia mi raccontava e andare almeno un giorno a Goma , nella Repp. Dem del Congo, a nome della' associazine Tumaini . Goma è la città natale di Faustin Gahima , vice presidente dell'associazine Tumaini e di sua moglie Denise. Desideravo incontrare le vedove dell' Associazione APV con cui collaboriamo da alcuni anni sia per piccoli progetti che per il sostegno scolastico di alcuni ragazzi ( circa una cinquantina ) . Da diversi anni alcune famiglie di Selvazzano, Saccolongo, Spoleto , Padova , Treviso e Belluno , sono impegnate in questo sostegno che permette ai ragazzi di pagarsi le rette per frequentare la scuola. Grazie al grande lavoro di sensibilizzazzione di Faustin coadiuvato dall' Associazione Tumaini, I ragazzi hanno la possibilità di studiare e le loro mamme, purtroppo vedove di guerra, beneficiano al contempo di un piccolo aiuto per la vita quotidiana. Nella retta scolastica è compreso anche una parte del salario per gli insegnanti che raramente ricevono lo stipendio dallo stato.


foto fatta nel negozio di APV Associazione delle vedove di
Goma (APV stà per Appoggio alle persone vulnerabili)

Ho vissuto per due settimane presso la Caritas di Ruhengeri che è la seconda città più importante del Rwanda e che si trova non lontana dal confine con la Repp. Dem. del Congo ( circa 70 km da Goma) . Durante la mia permanenza ho avuto l' opportunità di poter visitare i vari progetti da tempo avviati in queste località dall' ass. di cui fa parte Lucia e di presiedere all'avvio di altri due progetti di microcredito : questi hanno come obiettivo di permettere a gruppi di persone siero positive , precedentemente curate presso un hospice , di riorganizzarsi un futuro: con l'acquisto di un animale o con l'affitto di un terreno dove iniziare a coltivare chi mais, chi pomodori , contano di poter sopravvivere e riuscire a ritornare l'ammontare avuto in prestito, maggiorato di un minimo di interesse. Ho avuto anche la grande gioia di partecipare all' innaugurazione di un orfanatrofio proprio nei giorni di permanenza a Ruhengeri, costruito con il contributo della Caritas Antoniana di Padova. Ovviamente è stata una gioia vedere che questi bambini hanno una casa decorosa dove abitare e delle condizioni igeniche discrete ma sarebbe di gran lunga più gioioso sapere che questi bambini vivono felici accanto alle loro mamme.


strada di Goma


La mia visita a Goma non era scontata, come del resto non era scontato poter avere il visto per il Rwanda , essendo la situazione in entrambi i paesi ancora molto complessa . Il Rwanda sta vivendo in un clima di calma apparente . Chi è al governo impone più che propone: il divario tra la classe dirigente e la popolazione dei villaggi è enorme. La situazione a Goma e sopratutto nella zona del Kivu, è tutt'ora inrisolta. La quotidianità per la popolazione civile è continuamente minacciata . Le persone che vivono nei villaggi limitrofi alla città sono in grave pericolo: brutalizzati e depredati dalle numerose fazioni di guerriglieri e ribelli che si combattono per avere la meglio sulle richezze naturali di questa terra. A sostenere e sponsorizzare e a fomentarli alcune grandi potenze occidentali con le loro società multinazionali : anche noi Italiani, a volte forse inconsapevolmente , collaboriamo in vario modo e siamo corresponsabili delle conseguenze atroci che si ripercuotono sulle popolazioni di queste zone. In nome del progresso, della tecnologia e del proprio tornaconto personale, questa catena di violenza sembra non poter avere una fine.

Per merito di Lucia e del direttore della caritas di Ruhengeri , ho avuto il visto per entrare a Goma. Avevo con me del materiale didattico per i ragazzi e dei doni per l'associazione APV . Portavo inoltre con me la corrispondenza per i familiari degli amici Congolesi che abitano qui e che da anni non vedono i loro parenti rimasti a Goma. Ci tenevano tanto che io potessi raggiungere Goma e i loro parenti e anch'io ero emozionata ed onorata all'idea di poter fare da ambasciatore.

E finalmente è arrivato martedì 2 marzo . L'accoglienza è stata grande Penso che anche per loro ricevere la visita di una delegazione Italiana , ero con Lucia e altre due compagne di viaggio (Eva e Daniela) , sia stato un evento straordinario. A me sembra ancora incredibile.

Mi sentivo per un certo aspetto come a casa, come se fossi sempre stata lì con loro, probabilmente per il fatto che Faustin, Denise e Marguerita così come Natalie e Immaculee mi hanno sempre parlato tanto di Goma. Un' amica che fa visita ai suoi amici , e d 'altro canto mi sentivo anche l' onore e la responsabilità di essere lì come rappresentante dell'associazione Tumaini , con un ruolo ben preciso.

E' stata una giornata intensa e ricca di emozioni: gioia e gratitudine per l'accoglienza calorosa. Imbarazzo per non poter comunicare completamente in francese. Commozione grande nel vedere ed ascoltare i ragazzi che si erano preparati ad accoglierci con lettere di ringraziamento tanto profonde , con piccoli e grandi doni: oggetti fatti da loro con tanta cura e altri di artigianato locale che ci porgevano raccontandone i particolari.

Ci hanno presentato una bellissima recita : la trama era sulla storia di un orfano che trovatosi senza entrambi i genitori chiedeva ai parenti e alla parrocchia un aiuto senza effetto . Alla fine veniva aiutato da persone che erano di un altro paese e non conosceva affatto. Simbolicamente rappresentati dalla scuola di Saccolongo , noi italiani della associazione Tumaini siamo diventati il salvatore di questo orfano che diventato grande e potendo disporre di un discreto benessere economico , ora decideva di aiutare un parente che a suo tempo gli aveva negato l' aiuto. "Come hanno aiutato me , ora anche io voglio aiutare te"

Molto eloquente e recitata con stile dai maschi mentre le ragazze ci hanno cantato e ballato un pezzo di tradizione Congolese .

Ho visitato assieme alle mie compagne, la bottega di APV , dove vendono stoffe e generi alimentari . La bottega funge anche da sede dell' associazione : APV significa "Appoggio alle persone vulnerabili".


ragazza che sosteniamo e che è ora
all'università (sostenuta da una famiglia di Selvazzano). Mi stà leggendo
una lettera di ringraziamento


In quell'occasione abbiamo avuto modo di scambiarci delle informazioni su dettagli tecnici e sull' andamento della bottega e delle quote erogate per sostenere i ragazzi nelle varie classi. Mi sono stati presentati due progetti : uno riguarda l 'attivazione di un corso per educazione alimentare e cucina. Il secondo progetto prevede l'acquisto di galline ovaiole e da carne. L'obiettivo è di farle riprodurre per averne un numero maggiore da distribuire alle famiglie. Il vantaggio è di avere le uova per sè o per venderle . Mi è stato presentato anche un progetto da una persona che lavora in collaborazione con l'associazione APV e il caso di un bambino che ha bisogno di un intervento chirurgico (labbro leporino) che costa circa 500 dollari . Attualmente a Goma risiedono 67 0. 000 persone (molti sono ancora i rifugiati Rwandesi sfuggiti al genocidio del '94 e molti i profughi che si riversano in città dai villaggi ).

La segretaria dell'ass. APV mi ha presentato anche altri casi di ragazzi figli di vedove che avrebbero bisogno di un sostegno minimo per la vita quotidiana e per frequentare le scuole: spesso le vedove accolgono nelle loro famglie altri bambini orfani di entrambi i genitori e sono numerosi i ragazzi capi famiglia che diventano l'unico riferimento per i fratellini più piccoli .

APV fa un grande lavoro di coordinamento delle risorse che ricevono tramite l' ass. Tumaini . Ho avuto modo di vedere di persona la determinazione e il senso di responsabilità di queste donne nel seguire e incoraggiare personalmente i ragazzi ad impegnarsi con profitto nello studio. Chi ha avuto modo di vedere il video durante l'ultima assemblea tenutasi lo scorso 27 marzo , ha senza dubbio colto ciò che io ho visto di persona: la speranza e la tenacia di queste donne. Si ritengono vedove fortunate ad avere chi le sostiene e trasmettono questo ai loro ragazzi : un senso di riconoscenza verso i sacrifici di chi li sostiene .

Ho visitato anche il centro di Cajed fondato da Faustin Gahima con alcuni suoi collaboratori prima di essere perseguitato e dover fuggire dal suo paese per non essere arrestato ed ucciso: a motivo dell' aiuto che dava ai bambini di strada senza domandarsi di quale etnia fossero e dellla sua sete di verità e giustizia che non lo faceva tacere dinanzi a corruzioni e illegalità. Ho incontrato per un saluto troppo veloce anche la famiglia di Faustin e di Marguerita e la nuova sede della Caritas di Goma ricostruita dopo l'eruzione del vulcano Nyiragongo del 2002. Siamo passati davanti ai resti della Cattedrale di Goma che non è più stata ricostruita: si vede l'unica parete rimasta in piedi mentre il resto è una distesa di pietra lavica.

Abbiamo fatto visita anche ad una amica di Lucia , una suora laica che vive e presta il suo servizio da quasi 40 anni in una zona di Goma dove c'è un grande campo profughi .

A conclusione del mio resoconto che è senza dubbio ben poca cosa rispetto a ciò che ho avuto l'opportunità di conoscere e provare, vorrei dire che la mia permanenza in Rwanda e la mia giornata di visita a Goma mi sono stati utili per capire ed imparare da tutte le persone che ho incontrato : siano stati essi volontari o missionari, sacerdoti , suore o persone del luogo; siano stati essi bambini o ragazzi , giovani, donne , uomini o anziani. Sono riconoscente a tutti loro per la grande forza che mi hanno trasmesso, per la speranza che non perdono anche nelle situazioni più dure, per la loro grande dignità e per la fede che si tocca e si respira accanto a loro.


ragazzo che mi sta
offrendo un dono da portare ad una famiglia di Selvazzano


Sempre e prima di tutto ringraziano Dio. I ragazzi e le vedove lo pregano affinchè ritorni moltiplicato alle famiglie italiane ciò che offrono con il cuore a coloro a cui nessuno pensa .

Durante il mio viaggio e anche nei giorni seguenti mi sono sorti tanti dubbi rispetto a ciò che si fa e ciò che è più giusto fare . Mi sono chiesta quale potrebbe essere la modalità più efficace per combattere certe ingiustizie e la corruzione che gira intorno ai governi ma a volte anche ai gesti di solidarietà . Mi rendo conto che certe cose sono più grandi di noi , che forse quello che si fa sono piccole goccie. Aiutare è sicuramente di conforto per queste persone ma non è sufficiente se non si lavora contemporaneamente per denunciare le ingiustizie e incoraggiare l'onestà a tutti I livelli : politico, economico, sociale . Cercare le informazioni attendibili : purtroppo I media non dicono molto di certe realtà come quella del Ruanda e della zona dei “grandi laghi” . Seguire e partecipare alle iniziative che molte associazioni perseguono proprio per cercare di contribuire ognuno come può alla rinascita di queste popolazioni........ Eva, una delle mie compagne di viaggio, mi diceva spesso durante i nostri momenti di condivisione, che l'importante è mettersi in movimento .... il resto verrà e forse "anche senza troppo pensarci".

Donatella

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